1-15 marzo 2012
I due giovani autori attraverso i loro obiettivi indagano le periferie della capitale rumena, dai quartieri popolari Ferenteri e Rahova, ai canali del sottosuolo della città, dove migliaia di persone – spesso bambini piccolissimi – vivono in condizioni disumane.
Protagonista degli scatti di Alessio Paduano è “Bruce Lee”, stesso nome del famoso attore , ma una storia molto meno gloriosa. Trentanove anni e il corpo ricoperto di tatuaggi ( compreso il suo nome sul petto) e cicatrici, Bruce Lee è orfano e vive nei canali di Bucarest dall’infanzia. Ora è il punto di riferimento di decine di ragazzi e ragazze che a Gara de nord vivono sotto le fogne. L’obiettivo di Paduano ne racconta l’esistenza attraverso ritratti e dettagli di oggetti, senza rinunciare alla qualità dell’immagine finale, raggiunta con un sobrio uso del bianco-nero.
Le fotografie di Sergio Antonuccio sono frutto di un reportage nei campi nomadi intorno a Bucarest. Anche per lui la prima difficoltà è stata quella di stabilire un contatto e conquistarsi la fiducia dei soggetti (“de ce face poza”: “perché fai questa foto” – era la domanda che si sentiva spesso rivolgere). Colpito dalla grande dignità delle persone che incontrava, Antonuccio ci offre un’immagine calda e partecipe di un mondo marginale e carico di dramma, così simile a tante periferie del mondo.
Alessio Paduano e Sergio Antonuccio- Bucareşti. Mostra a cura di Marco Di Capua e Valerio Rivosecchi