La Galleria dell’Accademia, il cui fondo originario è andato in parte disperso durante gli ultimi eventi bellici, si è venuta costituendo nel tempo seguendo l’alternarsi degli artisti che, nelle diverse Scuole, con il loro insegnamento determinarono la vita e la storia dell’Istituzione.
La raccolta ebbe inizio come necessità di far conoscere agli allievi le opere dei maestri, affinché, attraverso lo studio di esse, “il giovane potesse con minore difficoltà ritrarre l’impasto e la quantità di colorito” prima di dipingere direttamente dal modello vivente. Alle opere acquistate per uso didattico venivano ad aggiungersi i saggi per il Pensionato borbonico, i vari bozzetti per i premi di incoraggiamento da assegnarsi ai più giovani, nonché un gruppo di tele antiche e una serie di importanti incisioni usate per il disegno dalla Stampa. L’idea di trasformare la raccolta di opere dell’Istituto in nucleo permanente di una galleria d’arte moderna era già precisa quando nel marzo 1891 Filippo Palizzi fu rinominato, dopo il triennio 1878-81, Presidente dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Infatti, a pochi mesi dal suo insediamento, nell’ambito della distribuzione degli ambienti da destinare alle scuole, poneva con forza, nell’ambito della distribuzione degli ambienti da destinare alla scuole, la questione della galleria d’arte moderna, la cui istituzione era stata prevista anche nel Regolamento del nuovo Statuto approvato nel settembre del 1891. Il Palizzi consapevole della necessità di aggiornamento delle arti italiane alle nuove istanze figurative europee, con tale atteggiamento rispondeva alle direttive del nuovo stato unitario, sensibilmente interessato ad una politica culturale volta allo sviluppo e al potenziamento dell’arte contemporanea. Il fondo esistente fu ordinato da Domenico Morelli, nominato direttore della raccolta, e da Saverio Altamura, affiancato come coadiutore.
Con R.D. dell’11 settembre del 1895, a seguito delle continue insistenze del Palizzi presso il Ministero, si autorizzava la creazione nell’Istituto di Belle arti di Napoli di una “Raccolta di opere d’arte moderna, in considerazione dell’alto interesse artistico che avrebbe avuto in questa parte d’Italia il riunire tutte quelle opere, da principio di questo secolo a finoggi, che rappresentassero lo svolgimento e l’evoluzione che nel napoletano ha attraversato l’arte”. Nel Regolamento del nuovo Statuto del 1896 venivano fissati anche i criteri costitutivi e di organizzazione della galleria regionale, alla quale veniva destinata una somma di lire duemila “per l’incremento, l’adornamento e la conservazione delle opere. Un progetto complessivo che ebbe la sua più ampia compiutezza grazie allo stesso Palizzi che nel 1896 donava alla Galleria d’arte moderna dell’Istituto di Belle Arti di Napoli la collezione di opere sue e dei fratelli Giuseppe, Nicola e Francesco Paolo, nonché di diversi artisti francesi.
Per il protrarsi dei lavori dei locali adibiti ad ospitare la raccolta, la Galleria fu inaugurata molto più tardi, nel 1916, da Vincenzo Volpe, Presidente dell’Accademia dopo Achille D’Orsi, a sua volta successore di Palizzi, morto tre anni dopo il suo generoso lascito.
L’apertura tanto attesa non durò a lungo: problemi legati all’umidità e ai lucernari ne imposero la chiusura, protrattasi fino al 1929, quando la Galleria venne nuovamente aperta al pubblico. Con la Presidenza dell’onorevole Mattia Limoncelli prima e dell’archeologo Pirro Marconi poi iniziò un periodo di intensa attività durante il quale si realizzarono importanti iniziative e furono velocemente superati anche i danni causati dal terremoto del 1930.
Nel 1937 si ripresentarono i soliti problemi e la Galleria chiuse nuovamente. Il sopraggiungere degli eventi bellici e la necessità di ricoverare le opere rimanderà la riapertura al 1959, a seguito di un riordino curato da Ferdinando Bologna, già avviato nel 1948 da Costanza Lorenzetti, responsabile della Galleria dal 1937.
Ma la storia è destinata a ripetersi: negli anni Sessanta urgenti lavori determinarono nuovamente la collocazione delle opere a deposito all’interno della stessa Accademia, che subirà un grave furto nel 1984.
All’esilio del periodo bellico segue quello nei depositi del Museo di Capodimonte, disposto dalla Soprintendenza per ovvi fini cautelativi.
Con la riapertura al pubblico della Galleria dell’Accademia nel giugno 2005, le opere hanno ritrovano la loro nuova e definitiva sistemazione secondo un progetto scientifico curato da Aurora Spinosa in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano.
La Galleria dell’Accademia, oltre ad essere un segmento importante ella storia artistica di Napoli, si pone come ‘manifesto’ del ruolo rinnovato e dell’impegno più esteso dell’Accademia in città e nella regione, come centro attivo di studi e di documentazione. Pur nelle vesti di museo ‘tradizionale’, al quale fanno riferimento il Corso quinquennale di restauro coinvolto nel programma di restauro delle opere dell’intera collezione e il Corso di comunicazione e didattica dell’arte, si pone come ‘laboratorio’ vivo ed attivo di un processo creativo che continuamente si rinnova.
Dall’anno 2009 -2010, in Galleria si organizza un ciclo di approfondimenti monografici dedicato ai Maestri tra i quali ricordiamo: Guido Tatafiore, Domenico Spinosa, Augusto Perez, Emilio Notte.
Aurora Spinosa
curatrice
aurora.spinosa@tin.it
orari galleria
dal martedi al sabato dalle ore 10.00 alle ore 14.00 / lunedi chiuso
ingresso gratuito
informazioni e prenotazioni
visite guidate gruppi adulti (max 25 persone)
visite guidate gruppi scuole (max 25 alunni)
prenotazione obbligatoria
galleria@accademiadinapoli.it
visite speciali
accompagnate da eventi e/o a porte chiuse possono essere concordate di volta in volta
allegati
galleria dell’accademia: le sezioni [scarica qui]